Famiglia: Rosaceae
Pyrus communis
Pero
Il Pyrus communis appartiene alla famiglia delle rosacee ed è una pianta decisamente longeva. Il sottogruppo è quello delle pomacee a cui appartiene anche il melo.
Il fusto è inzialmente molto liscio e con il progredire del tempo si spacca in sezioni quadrangolari.
Quelli che si mangiano sono dei 'falsi frutti' perchè il frutto vero e proprio sarebbe il torsolo. Le foglie sono di forma ellittica che convergono verso un margine appuntito dal coloro verde scuro. La parte che noi consumiamo è il ricettacolo.
Le pere sono consumate sia fresche che trasformate in succhi od ancora marmellate. A volte le si caramellano oppure si cuociono al forno o per i dolci. Si consiglia una coltivazione biologica, con le opportune accortezze.
Per avere diversi momenti di raccolta è possibile scaglionare la messa a dimora delle piante. Una pianta può produrre per decenni con una produzione che può variare da 7-8 chilogrammi fino a oltre 50.
Varietà del Pero
Solo per citarne alcune si possono ricordare la Bergamotta, la Abate, la Santa Maria, la Conference, l'Etrusca, la William, la Kaiser.
Le pere cambiano nella forma, nelle dimensioni e nella pastosità e fragranza.
Esposizione del Pero
Quella ottimale lo vede posizionato dove c'è un intenso soleggiamento.
La fioritura del Pero
I fiori sono di colore bianco o rosa, raccolti in corimbi.
La concimazione del Pero
La concimazione prediletta è quella a base organica e di compost naturale; tra i minerali si possono aggiungere il magnesio ed il potassio, nonchè anche la cenere della legna. Nel periodo primaverile si può aggiungere anche il solfato di ammonio.
L'irrigazione del Pero
Soprattuto dopo aver piantato gli alberi è necessario insistere con delle buone annaffiature le quali verranno proseguite nel tempo, particolarmente per i successivi 2 o 3 anni a seguire la messa a dimora.
Da tenere sotto controllo, quindi, eventuali siccità che danneggerebbe la pianta o ne inficierebbero una cospicua produzione.
C'è bisogno di una maggiore irrigazione soprattutto nella stagione primaverile ed estiva; anche a raccolta ultimata, non si deve lasciare la pianta in sofferenza.
La potatura del Pero
La produzione maggiore c'è sui rami più giovani, per cui è necessario potare maggiormente gli altri. Il pero fruttifica sui rami misti e vanno eliminate le cosiddette 'zampe di gallo', ovvero dei rigonfiamenti di sostanze che si formano nel tempo dal susseguirsi di lamburde e borse.
La potatura si effettua sulla chioma anche per arieggiarla ed evitare una ramificazione troppo fitta. In estate si eliminano di polloni cresciuti alla base e i succhioni che possono presentarsi sulle branche.
Le malattie del Pero
La pianta può essere colpita da un fungo patogeno ovvero dalla ticchiolatura che si manifesta con macchie scure sia sui frutti che sulle foglie.
Si può cercare di preservare l'albero stimolando le difese naturali dello stesso, effettuando una regolare distribuzione di macerati di tarassaco ed equiseto, oppure di rame che però deve essere sempre usato con la dovuta attenzione, poichè si deposita sul terreno.
Meglio informarsi prima sulla varietà del pero e sulla possibilità di poter agire con dei trattamenti più specifici per non incappare in errori sui dosaggi e le modalità d'uso delle sostanze antiparassitarie.
Il pero può essere soggetto anche alla maculatura bruna e alla muffa bianca dell'oidio che si può contrastare con il bicarbonato di sodio oppure con il potassio diluito in acqua.
Il verme delle mele, la carpocapsa, attacca anche i peri deponendo le uova sia sui frutti che sulle foglie. Possono essere utili delle reti antinsetto, prodotti efficaci e del tutto biologici.
La psilla causa danni alla linfa delle foglie e dei germogli, facendo sì che questi si accartoccino. Ricorrere all'acqua con il sapone di Marsiglia, può essere utile per contrastare questi attacchi alla pianta.
La particolarità del Pero
Le pere raccolte devono essere conservate a basse temperature, intorno ai 3-4 gradi e devono essere consumate entro una settimana, al massimo due, ma si possono tenere in frigorifero.
La temperatura del Pero
A paragone con il melo, il pero soffre di più il freddo e anche le improvvise gelate primaverili.
Quindi, di base, l'albero preferisce climi miti e temperati, ma alcune varietà non disdegnano del tutto il freddo.
Laddove le temperature sono mediamente più basse è meglio indirizzarsi verso alcune varietà come la William, la Kaiser e la Decana che hanno una fruttificazione più tardiva.
Il rinvaso del Pero
L'albero può essere piantato anche in vaso e quindi in balcone, ma è necessario dotarlo di un contenire molto ampio con un terricio di qualità ben miscelato, se possibile con terra di campagna. Nel vaso, la pianta deve essere irrigato e concimato più spesso che in campo aperto.
Il substrato del Pero
Soffre quando è sito in terreni calcarei, soprattuto se innestato su cotogno. Tipiche di questa sofferenza sono le foglie ingiallite, sintomo della cloris ferrosa.
Messa a dimora del Pero
Le piante si possono mettere a dimora nel mese di marzo, quando hanno uno o due anni di età ed il trapianto si deve effettuare quando la fine dell'inverno è prossima.
Come già evidenziato, soffrendo molto il freddo, bisogna farlo quando non ci sono più le grandi gelate.
Bisogna scavare buche ad una profondità di 70 centimenti almeno e si può procedere, prima dell'immissione della pianta, all'inzaffardatura, ovvero si possono lasciare a mollo le radici in un miscuglio di sabbia, terra e letame fresco sciolto in acqua per circa un quarto d'ora.
Questo consentirà alla pianta di assorbire il necessario per poi trasferirlo nella sua sede stabilita, rimanendo umida alla base. Non la si infila fino a tutta la profondità della buca, ma in fondo le si assicura una parte di terreno smosso.
Poichè il nettare del pero non è particolarmente zuccherino come altri alberi da frutto, è meno appetibile per le api. Per incentivarle è necessario ricorrere a più arnie da poter far agire su piante di diversa varietà, utili tra loro per l'effettuazione della fecondazione.
Le piante vanno generalmente piantate ad una distanza tra loro di non meno di 4 metri tra le fila, considerando la grandezza che potranno raggiungere in età adulta e per garantire loro lo spazio necessario per una sana e produttiva crescita.
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